È un ricco altare barocco nel cui tabernacolo è riposta una delle reliquie più insigni di Venezia: il Preziosissimo Sangue di Cristo. Entro un vaso di cristallo c’è un po’ di balsamo a cui si erano frammiste alcune gocce del sangue di Cristo raccolte da Maria Maddalena. La reliquia, molto venerata a S. Cristina di Costantinopoli, nel 1479 giunse in possesso di Melchiorre Trevisan, generalissimo di mare, che, al suo ritorno dall’Oriente, la donò alla chiesa dei Frari (19 marzo 1480). L’altare commissionato da P. Antonio Pittoni del convento dei Frari, e, come si legge nell’iscrizione incisa nel marmo nero e posta alla base del monumentale altare, completato nel 1711. I tre bassorilievi sono in marmo di Carrara, opera del veneziano Francesco Penso detto Cabianca (c. 1665-1737). Belle le pose drammatiche e movimentate dei personaggi che affollano le scene della Crocifissione: il Cristo, al centro della scena, è attorniato dai due ladroni, uno dei quali penzola scomposto nella morte. Vibrante la scena del cavallo, che, in primo piano, scarta e disequilibra il soldato romano. La Madonna, svenuta, è sorretta da una delle pie donne, mentre un’altra compiange il Cristo. Nella scena della Deposizione il grappolo di personaggi, allargato alla base, si assottiglia con l’uomo che si inerpica sulla scala per calare con un lenzuolo il corpo esanime del Cristo. Nella Sepoltura, mentre due uomini stanno spostando la lastra di marmo che ricopre il sepolcro, altri due depositano il Cristo su un lenzuolo mentre la Madre piange il Figlio morto. Sei angioletti contornano, al centro ed ai lati, la scena. Sulla sommità del baldacchino dorato un angelo regge il sudario con impresso il volto di Cristo, mentre due angeli, alle due estremità, reggono le lampade votive. Queste statue di legno sono del grande intagliatore bellunese Andrea Brustolon (1662-1732).
