Sant’Ambrogio in trono e santi

Verso la fine del quattrocento, la scuola dei Milanesi, che aveva ottenuto la cappella, commissionava ad Alvise Vivarini la grandiosa tavola (m. 5×2,50) che possiamo ammirare. Morto il pittore nel 1503, fu terminata dall’allievo Marco Basaiti. Il quadro è racchiuso entro un nobilissimo altare in legno dorato con intagli accuratissimi nei pilastri, nel fregio, nel giro esterno ed interno dell’arco. Due angeli, che reggono delle fiaccole, sono posti nei triangoli mistilinei che risultano tra l’incurvatura dell’arco e la linea delle colonne scannellate che vanno a sostenere l’alta e ricchissima trabeazione. La pala rappresenta un nobile porticato sotto il quale siede S. Ambrogio, patrono di Milano, con nella destra il flagello e nella sinistra il pastorale. Alle sue spalle due scudieri sostengono la spada sfoderata e la croce. A sinistra gli fanno corona S. Sebastiano, S. Luigi IX e S. Giovanni Battista e un altro santo; a destra S. Girolamo, S. Agostino e S. Gregorio Magno e un altro santo. Sui gradini del trono, ai piedi di S. Ambrogio, due angeli suonano il liuto. In alto, al di sopra del voltone, Cristo incorona la Vergine. Nonostante l’asprezza di alcune figure, la tavola è veramente bella ed imponente, sia per l’architettura, la varietà e l’espressione dei personaggi, ma anche per la naturalezza del panneggiamento e la vivacità del colore.